Renate Lunzer
La poetica di Claudio Magris
Raramente un letterato ha riflettuto tanto sul perché della letteratura e sul compito dello scrittore come Claudio Magris. Già nei percorsi legati alla sua attività di docente universitario il grande germanista si è spesso addentrato in questioni poetologiche concentrandosi in un primo momento sugli autori di lingua tedesca e dell’Europa centrale. Scatenatasi negli anni ottanta “la sua semiclandestina vena di scrittore” (C. Cases) Magris accompagnava costantemente la propria opera creativa con la riflessione sui motivi e gli scopi/ le mete dello scrivere/ del suo operare. Così il narratore delle Illazioni su una sciabola (1985) è alle prese con il problema di fiction e facts e quello di Danubio (1986) conduce una tenace e variegata “guerriglia contro l’oblio”, la scrittura dunque come memoria. La visione che l’autore ha del rapporto con la letteratura – del proprio e di quello dei suoi colleghi scrittori in passato e presente – costituisce son solo il tema di molti saggi del triestino (di cui gran parte pubblicata sul “Corriere della Sera”) ma confluisce anche nelle trame complesse della sua narrativa. Dall’espulsione platonica dei poeti dalla Repubblica (in Utopia e disincanto, 1999) fino alla dialettica di “scrittura diurna e notturna” (in Alfabeti, 2008) e oltre Magris fa i conti a fondo con il significato, il valore estetico-morale e l’ambiguità della letteratura.
Il mio contributo tenterà di seguire le varie fasi del pensiero magrisiano sul “Perché scrivere”, tema, appunto, del convegno di Olomouc.
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Renate Lunzer (Universität Wien) – Nata a Vienna, ha studiato filologia classica, italianistica e germanistica all’Università di Vienna; dottorato di ricerca in lettere ivi su Callida iunctura – contributo agli studi sulla lingua poetica di Orazio. Vari soggiorni di studi in Italia (Università di Udine, Università cattolica,Milano). Dal 1991 incaricata di italiano presso l’Università commerciale (Wirtschaftsuniversität) di Vienna. Traduttrice di opere letterarie italiane con particolare riguardo alla letteratura triestina e friulana (Claudio Magris, Giani Stuparich, Giorgio Voghera, Celso Macor ed altri). Dal 1993 al 1997 soggiorni di ricerca in Italia per un progetto (finanziato dalla Fondazione statale austriaca per le ricerche scientifiche FWF) sulla presenza culturale austriaca nella Venezia Giulia dopo il 1918 (finanziato dalla Fondazione statale austriaca per le ricerche scientifiche FWF). Tesi di Habilitation (libera docenza) su Die unerlösten Erlösten (Irredenti redenti) nel 1999; dal 2000 insegna come Universitätsdozentin für Italienische Literaturwissenschaft und Translatorik presso l’Istituto di lingue e letterature romanze (Institut für Romanistik) dell’Università di Vienna.
Socia corrispondente della Deputazione per la Storia Patria della Venezia Giulia.
Socia ordinaria dell’Accademia degli Agiati (Rovereto)
Si occupa in particolare di: contatti e conflitti culturali italo-austriaci dal 1880 in poi; letteratura giuliana e istriana in lingua italiana; letteratura italiana relativa alla prima guerra mondiale e al periodo tra le due guerre; teoria della traduzione letteraria.
Numerose pubblicazioni relative alla letteratura italiana moderna e contemporanea, alle relazioni culturali italo-austriache, all’irredentismo degli austro-italiani, alla letteratura di guerra e agli esuli austriaci in Italia. Numerose traduzioni in volume e su riviste; premiata varie volte per l’attività traslatoria dal Ministero della Cultura austriaco.