Giuseppe Frasso

Scrivere per sé. Su qualche postilla di Petrarca ai Triumphi

Come è noto, Francesco Petrarca, con il Vaticano lat. 3195, ha lasciato alla letteratura  e cultura occidentale moderna il primo autografo-idiografo di un’opera volgare; ha lasciato anche, nei fogli raccolti nel Vaticano lat. 3196, gli abbozzi di una cinquantina di componimenti dei Rerum Vulgarium Fragmenta, di parte di una Familiare,  dei  vv. 46-169 di Tr.C III e del TrE.  La fama costante goduta dal poeta ha avuto però  una straordinaria crescita nel sec. XVI, quando Petrarca è stato assunto a  modello; contemporaneamente si è sviluppato un culto per i suoi scritti in volgare che non solo ha portato, nell’ambito del petrarchismo erudito,  alla gelosa conservazione dei due codici vaticani, ma ha stimolato una vivace opera di trascrizione – quasi una sorta di fotografia ante factum –   dei materiali d’abbozzo, alcuni poi andati perduti negli originali,  vuoi  per i Fragmenta, vuoi, e soprattutto, per i Triumphi; molte copie cinquecentesche di tali materiali sono sopravissute e giunte fino a noi. L’assunto di questa esposizione è di mostrare, avvalendosi proprio delle copie cinquecentesche degli abbozzi dei Triumphi,  la coerenza testuale che domina la tecnica correttoria del poeta e lo scambio fruttuoso che a volte intercorre, nell’elaborazione poetica,  tra Fragmenta e Triumphi.

___
Giuseppe Frasso (Università Cattolica di Milano) – Professore ordinario di Filologia della letteratura italiana (con anche l’affido di Letteratura italiana 1). È stato borsista presso l’ Istituto Warburg di Londra;  borsista presso l’Istituto storico germanico di Roma; Visiting assistent professor di Letteratura italiana presso il Dpt. of Italian dell’Università di Berkeley, Cal (USA); Visiting professor di Letteratura italiana presso l’Italian School di Middlebury College, VT (USA); Professore invitato di Filologia italiana presso l’Università di Losanna,  l’Università di Helsinki, l’Università Cattolica di Budapest. Attività e pubblicazioni»