Beatrice Alfonzetti

Etica e letteratura. L’utilità della scrittura oltre la letteratura

Il mio intervento propone alcune riflessioni, che riguardano sia gli scrittori sia i critici, su Etica e letteratura: l’utilità della scrittura, soffermandosi su alcuni casi limite, cioè su alcuni percorsi in cui una scrittura, già caratterizzata dalla poetica dell’utilità, è abbandonata in nome dei valori proposti da essa stessa. Alcuni riferimenti a teorici e studiosi, quali Todorov, Segre, Yehoshua, Magris, Ferroni, ecc., inquadrano la problematica che sarà esemplificata con accenni ai testi e alle scelte di Arundhati Roy, Václav Havel e soprattutto Leonardo Sciascia che, dopo il delitto Moro compie la scelta nel 1979 di presentarsi nelle fila del Partito radicale e, quale deputato, di far parte della Commissione parlamentare sulla strage di via Fani e l’assassinio di Moro, presidente del partito della Democrazia Cristiana.

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Beatrice Alfonzetti (Università di Roma “La Sapienza) – È Professore Ordinario di Letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Svolge corsi di di Letteratura italiana e di Letteratura teatrale.
Ha ricoperto e ricopre vari incarichi istituzionali; attualmente dirige il Dipartimento di Studi Greco-latini, italiani, scenico-musicali ed è membro del Senato accademico di Ateneo in rappresentanza dell’area umanistica (area E).
Dal 2004 ha fatto parte del Consiglio scientifico della Società italiana di studi sul secolo XVIII; dal 2006 del Comitato Esecutivo; dal 2012 è Presidente della stessa. Fa parte del direttivo dell’Adi Associazione degli italianisti.
Le sue ricerche vertono su alcune tematiche strutturali come i divieti della morte in scena, il giuramento, la drammaturgia del complotto, il consigliere nella tragedia di corte (da Tasso a Metastasio a Voltaire ad Alfieri al teatro giacobino al teatro di primo Ottocento); sulle interferenze fra politica e letteratura fra Sette e Ottocento; sui rapporti fra scena e drammaturgia (Scipione Maffei, Luigi Riccoboni ed Elena Balletti); sulla tipologia dei finali tragici; sul teatro e la letteratura del Novecento: Pirandello, Sciascia, Dario Fo, Franca Rame, Fabrizia Ramondino.